
Aquileia (Aquilee in friulano) è un comune di 3.330 abitanti
della provincia di Udine, attraversato dal fiume Natissa.
Fondata nel 181 a.C. come colonia di diritto latino in un
territorio influenzato da più culture e da poco occupato dai Galli
Transalpini, la città dapprima crebbe quale base militare per le
campagne contro gli Istri, e contro vari popoli, fra cui i Gallo-Carni
e poi per l'espansione romana verso il Danubio.
Da questo ruolo deriva la forma quadrilatera del presidio
militare, divisa dal cardine massimo, l'attuale via Giulia Augusta,
e dal decumano massimo. Pacificata e romanizzata la regione, la
città, municipio dopo l' 89 d.C. si ingrandì in fasi successive,
come attestano le diverse cinte murarie. Divenne centro politico-amministrativo
(capitale della X Regione augustea , Venetia et Histria) e prospero
emporio, avvantaggiato dal lungo sistema portuale e dalla raggiera
di importanti strade che se ne dipartivano sia verso il Nord, oltre
le Alpi e fino al Baltico ("via dell'ambra"), sia in senso latitudinale,
dalle Gallie all'Oriente. Nel primo secolo dopo Cristo la città
superava addirittura i 200.000 abitanti, seconda in Italia solamente
a Roma, Mediolanum e Capua.
Notevole fu la vita artistica, sostenuta dalla ricchezza
dei committenti e dall'intensità dei traffici e dei contatti.
Gli apprestamenti difensivi, potenziati fra il II e il III
secolo d.C., le permisero di superare gli assedi dei Quadi e dei
Marcomanni (166 d.C.), e dell'imperatore Massimino il Trace, che
vi perdette la vita (238 d.C.).

Nonostante la crisi dell'Impero vi si ripercutesse dolorosamente,
la città, sede di numerosi uffici e istituzioni autorevoli, risulta
la 9° città dell'Impero e la quarta d'Italia, celebre per le sue
mura e per il porto. Nel IV-V sec. si intensificarono le presenze
imperiali e molti scontri sanguinosi risolsero contese fraticide
(Costantino II 339 d.C.; Magnenzio 350 d.C.) o episodi di usurpazione,
Teodosio vi sconfisse Massimo (388); Valentiniano III uccise Giovanni
(425).
Aquileia esercitò una nuova funzione morale e culturale con
l'avvento del cristianesimo, che si disse predicato da San Marco,
ed il cui sviluppo fu in ogni caso fondato su una serie di vescovi
che subirono il martirio (Ermacora e Fortunato, Ilario e Tanziano,
Crisogono). Nativo di Aquileia dovrebbe essere stato Papa Pio I.
Col vescovo Teodoro (m. 319 circa) la Chiesa si espresse pubblicamente
con aule di culto splendidamente mosaicate. Il vescovo di Aquileia
crebbe di importanza per la dottrina (celebre e decisivo per la
lotta contro l'arianesimo il concilio del 381 d.C., che interessò
tutte le chiese d'Occidente) sia per l'autorità (fu metropoli per
una ventina di diocesi in Italia e una decina oltre le Alpi). Si
veda in proposito la lista dei Patriarchi di Aquileia.
Aquileia resistette alle ripetute incursioni di Alarico (401,
408) ma non ad Attila che in seguito ad un incidentale crollo di
un muro di fortificazione riuscì a penetrare nella città devastandola
(452) e, si dice, facendo spargere sale sulle sue rovine. Sopravvissero
l'autorità della chiesa e il mito di una città ch'era stata potente,
benché ormai ristretti allo scalo marittimo della città di Aquileia,
Grado che crebbe di importanza specie dopo l'invasione Longobarda
del 568 che divise il territorio politicamente: le coste ai romani-bizantini
ed il continente al ducato del Friuli. Poi passò all'Austria a cui
rimase fino al 1918 tranne il periodo della parentesi napoleonica.